Lo stemma

Lo stemma episcopale basato sulle regole e i simboli dell’araldica è un linguaggio visivo per comunicare attraverso immagini e segni, identità o messaggi ideali. Ogni nuovo vescovo, nel solco di una radicata tradizione iconografica e simbolica della Chiesa, provvede anche alla creazione di un proprio stemma che oggi si può intendere come un mezzo visivo a cui affidare un proprio messaggio ideale per esprimere aspetti della propria vocazione o indirizzi del proprio ministero, e, nel contempo, essere il necessario suggello di atti amministrativi o documenti pastorali che la funzione vescovile richiede.

Nello stemma innanzitutto è raffigurato un monte nella sua consueta stilizzazione araldica composto da sei vette ascendenti, sulla cui sommità s’innalza la croce di San Benedetto; questa composizione vuole evocare il Sacro Monte di Varese. Sacro Monte che essendo intitolato a Santa Maria è quindi affiancato dal giglio dorato, uno dei più consueti simboli mariani.

La composizione allo stesso tempo rimanda al motto scelto: Christo nihil praeponere; la croce che si innalza sopra tutto è simbolo di Cristo a cui nulla viene anteposto.

Lo stemma diventa così un invito a contemplare con Maria i Misteri della vita di Gesù perché in noi nulla sia anteposto all’amore di Cristo.

Gli smalti principali dello stemma il rosso e l’argento ricordano i colori dello stemma di Varese città natale del nuovo Vescovo di Volterra.

Lo stemma è distinto dagli usuali contrassegni episcopali, la croce astile d’oro ed il galero con 12 fiocchi verdi.

La composizione dell’insegna e il suo disegno artistico si deve all’araldista Marco Foppoli (AIH), che ha redatto anche la consueta blasonatura, ovvero la descrizione tecnica dello stemma.