Messaggio per le ferie estive

Messaggio per le ferie estive

1. Siamo arrivati alla pausa estiva del mese di agosto con l’aria incerta e smarrita di chi non ha realizzato niente. Non possiamo dire che siamo stanchi e che aspettiamo il riposo, perché da cinque mesi tutte le nostre attività sono bloccate. Avevamo fatto grandi preparativi per celebrare degnamente i novecento anni della Basilica Cattedrale, e invece i progetti sono rimasti progetti, e i pii desideri sono rimasti inesauditi. Col passare dei giorni nasce il senso di fallimento per aver mancato un appuntamento così importante. Mi dispiace soprattutto per coloro che si erano impegnati, con fatica e senso di responsabilità. Neppure abbiamo celebrato la Pasqua, o meglio, l’abbiamo celebrata in sordina, più con l’immaginazione che con la realtà.

2. La situazione di contagio, che non accenna a diminuire, ci ha costretti a rimandare anche Cresime, Comunioni, celebrazioni del Mese di Maggio, e altro. Ma questo è poca cosa di fronte alle immagini delle bare mandate alla cremazione che ci hanno fatto vedere con una insistenza fuori posto. Altrettanto drammatica la scena del papa che la sera del 27 marzo in piazza San Pietro deserta, sotto la pioggia e in un silenzio sovrumano rotto solo dalla pioggia, lancia il suo grido di dolore: «Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Ci sentivamo forti e capaci di tutto. Ma la tempesta ha smascherato la nostra vulnerabilità e lasciato scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende e i nostri progetti».

3. Non abbiamo risposte a questa situazione che ci scombussola tutto. Solo ci facciamo coraggio con le parole che ci sono state proclamate domenica scorsa: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno». (Rm 8,28). Riprendiamo pian piano la vita delle parrocchie con le celebrazioni domenicali e con l’amministrazione dei sacramenti, con una presenza considerevole di turisti che scelgono le nostre colline e le nostre spiagge. In queste domeniche ci manca la presenza degli anziani e dei bambini, abbiamo la presenza degli adulti che si sentono maggiormente responsabili e impegnati nella vita delle parrocchie. Ma anche la loro presenza, mascherata e diradata, non offre molto entusiasmo. Facciamo comunque appello a questo piccolo gruppo perché attraverso di loro il messaggio arrivi a coloro che sono ancora assenti, onde poter riprendere le nostre attività. Forse nulla sarà più come prima, non solo sul piano religioso, ma anche sul piano economico.

4. Rinnoviamo il nostro impegno nella vita religiosa e sociale, cerchiamo di trarre il bene possibile da questa esperienza, che non accenna a finire. Nei fatti della storia leggiamo la mano di Dio che non cambia gli avvenimenti, ma corregge il nostro modo di vivere e di pensare. Il piccolo numero di cristiani si compensa prima di tutto con la testimonianza della fede, poi tramite la formazione che rende ogni cristiano consapevole della propria missione per la costruzione o la ricostruzione del suo paese.

Volterra, 2 agosto 2020, diciottesima domenica del Tempo Ordinario

+ Alberto, vescovo

26-07-2020