Messaggio per la Pasqua 2021

Messaggio pasquale

1. Anche se purtroppo il contagio non accenna a diminuire, è arrivata ugualmente la primavera, e con essa la Pasqua. Per il secondo anno consecutivo siamo obbligati a celebrazioni ridotte, quasi da catacombe, ma almeno quest’anno avremo la presenza dei fedeli.

2. Un anno fa l’improvviso sorgere del contagio ci ha trovati impreparati, e allora la fantasia e lo zelo pastorale, con i mezzi offerti dalla tecnica, hanno escogitato nuovi modi di presenza per non abbandonare i nostri cristiani. Le conferenze a distanza preparate dalla Caritas, dall’Azione Cattolica, dall’Ufficio Famiglia, dall’UCIIM, hanno raggiunto un uditorio più numeroso di quando si facevano gli incontri in presenza. Diverse parrocchie poi si sono organizzate per il catechismo a distanza, tante persone seguono le celebrazioni via internet. Forse è il caso di ricordare che nel Vangelo secondo Matteo c’è anche scritto di pregare il Padre nel segreto della propria camera. Prendiamo atto delle risorse disponibili e non lasciamole cadere, forse ci aiutano a uscire da una pastorale abitudinaria e da schemi che sembravano immutabili.

3. Non dimentichiamo però che la vita cristiana è vita di comunità. Ci riconosciamo cristiani perché apparteniamo a una Chiesa, della quale vantiamo i meriti e per le sue colpe chiediamo perdono. Se la didattica a distanza non va bene per i nostri alunni, anche le celebrazioni a distanza sono limitanti per la vita cristiana. Accettiamo i limiti che ci sono imposti, nell’attesa e nella speranza di poterci incontrare di nuovo. Allora, quando sarà finita l’emergenza e torneremo alla normalità, probabilmente non saremo più come prima.

4. Non potremo riprendere come se niente fosse avvenuto: la lezione che avremo imparato sarà quella di passare da una pastorale preoccupata dei programmi e delle strutture a una pastorale attenta alle persone, alla concretezza della loro quotidianità, per favorire sempre più l’incontro tra l’uomo e Dio. Se vogliamo aiutare gli uomini e le donne di oggi a incontrare Gesù, è urgente ripensare l’annuncio della fede e dei contenuti catechetici, perché non è più sufficiente insegnare le cose di Dio, ma dovremo esercitarci a raccontare le meraviglie di Dio e aiutare i nostri fedeli a scoprire nelle vicende umane le tracce del suo amore. Non basta più insegnare qualcosa o trasmettere semplicemente un messaggio, ma bisogna avvicinare gruppi, ragazzi e famiglie alla pratica della vita cristiana. È il momento di trovare nuovi modi per essere vicini alle persone, è il momento di agire con competenza, professionalità, onestà e rispetto per gli altri, in particolare per chi si trova in condizioni di disagio e di fragilità.

5. Tutto quello che accade nella storia è per nostro ammaestramento. Il lamento sul tempo, come l’affannosa ricerca dei colpevoli, sono due cose sterili. Noi siamo protesi verso il futuro, e la nostra speranza, la nostra forza, il nostro ottimismo, vengono da un piano superiore: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio», leggeremo nel giorno di Pasqua (Col 3,1). Per questo in ogni difficoltà ci rimbocchiamo le maniche e ricominciamo daccapo, consapevoli che dopo il venerdì santo viene la Pasqua di Risurrezione. Non sappiamo quando finirà l’emergenza, ma aspettiamo fiduciosi, purificando ogni giorno i nostri cuori affinché quando potremo riabbracciarci la nostra gioia sia più grande. Nell’attesa di quel momento giungano a tutti, vicini e lontani, gli auguri pasquali di serenità, di pace, di gioia.

Volterra, 4 aprile 2021

Alberto, vescovo

04-04-2021