Programma Pastorale 2002-2005 / Ulteriori Indicazioni

Programma Pastorale 2002-2005
Ulteriori Indicazioni
1 INTRODUZIONE

 

Carissimi fratelli e sorelle,

quello che vi consegno non è, propriamente, un programma pastorale, ma piuttosto una rivisitazione di quello affidato alla Diocesi per il biennio 2002-2004 e sottoposto a verifica nel Convegno Pastorale del 2 Giugno u.s.

Non si tratta perciò di introdurre nuovi obiettivi per il nostro cammino pastorale, quanto piuttosto di rinverdire e meglio calibrare quelli già indicati nel programma dato: pertanto questa lettera non deve essere letta come un documento a se stante, ma con riferimento e sullo sfondo del Programma Pastorale consegnato alla Diocesi il 6 Agosto 2002, del quale richiama solo alcuni punti ed a cui stabilmente rimanda.

Anzitutto, accogliendo un pressante suggerimento emerso dal Convegno di verifica, prolungo di un anno la durata del programma pastorale attualmente in atto, in modo che avrà la sua scadenza nell’estate 2005.

Questa scelta è motivata sia dalla necessità di meglio rispettare i ritmi di maturazione e di crescita delle nostre Comunità, evitando una specie di “congestione pastorale” alla Diocesi, sia dalla importanza e vastità degli obiettivi che ci siamo proposti, sia infine dalla consapevolezza che un cammino di comunione calibra il suo passo su quello del più debole, in modo da camminare tutti insieme, senza fughe di alcuni e immobilismi di altri.

 

2 GLI OBIETTIVI

 

Richiamo gli obiettivi che ci siamo dati come Chiesa Volterrana e che tentiamo di raggiungere insieme, faticosamente ma tenacemente, anche attraverso il cammino pastorale di questo triennio: ripensare e riformulare le nostre Comunità Cristiane come presenza evangelizzatrice e missionaria sul territorio. Questo attraverso la duplice attenzione: ai Cristiani anagrafici ma episodici o marginali nelle convinzioni e nella vita ed ai “lontani”, cioè a coloro che deliberatamente prescindono da ogni riferimento cristiano nel loro pensiero e nell’organizzazione della loro vita. Tale obiettivo pone al centro del nostro vivere e del nostro agire la Parola di Dio, il Vangelo di Gesù che deve tornare ad essere, anche con i caratteri dell’evidenza, sorgente e criterio di tutta la nostra azione pastorale.

Abbiamo riconosciuto nelle sorelle e nei fratelli Laici, nella loro testimonianza e nella loro santità di vita, una risorsa forte ed originale per questo nuovo slancio missionario e ci siamo impegnati ad investire su di loro, come ministri della Nuova Evangelizzazione  per questo inizio del Terzo Millennio.

Ciò comporta uno stile ecclesiale, un modello di Parrocchia, che si caratterizza come luogo di Comunione e di incontro tra le persone ed insieme protende al massimo le sue forze e le sue risorse verso il servizio di formazione.

 

 

 

 

3 ALCUNE INDICAZIONI PASTORALI

 

  • Centri di Ascolto della Parola.

 

Sono al momento la scelta più caratteristica che la nostra Diocesi ha compiuto negli ultimi tre anni e sulla quale intende, con fermezza, perseverare.

Nessuno li consideri momentanei o facoltativi, perché sono una strada da cui non torneremo indietro. Da essi ci attendiamo un rinnovamento di qualità nella vita delle persone e delle Comunità, come pure una crescita della coscienza e dell’impegno di Evangelizzazione.

In questo anno pastorale (2003-2004) e nel prossimo (2004-2005) sosteremo prolungatamente sul Vangelo di Giovanni: testo di eccezionale ricchezza teologica e spirituale.

L’Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi preparerà gli opportuni sussidi sia per i Centri di Ascolto sia per i ritiri vicariali del Clero che pure si svolgeranno su questo testo biblico.

E’ necessario che lo stesso Ufficio provveda alla formazione ed all’accompagnamento degli animatori di tali Centri in modo che non siano abbandonati a se stessi, ma posti in grado di ben esercitare il loro servizio.

Chiedo ai Parroci ed ai Consigli Pastorali di essere costanti e coraggiosi nel costituire, avviare ed accompagnare il percorso di questi gruppi.

Ricordo che la proposta compiuta nei Centri di Ascolto non si esaurisce negli incontri di riflessione sul Vangelo proposto, ma prevede periodicamente di culminare nel momento spiritualmente intenso della “Lectio Divina”.

 

3.2 Consigli Pastorali.

 

Ribadisco la necessità che ogni Parrocchia od Unità Pastorale ed ogni Vicariato abbia il proprio Consiglio Pastorale eletto, nella maggioranza dei componenti, dalla Comunità Cristiana ed effettivamente funzionante per provvedere alla vita pastorale della Comunità stessa.

Si giungerà entro l’anno alla presentazione di un nuovo statuto e regolamento-tipo, cui si ispireranno quelli parrocchiali e zonali.

La costituzione e l’effettiva valorizzazione dei Consigli Pastorali è un test importante per verificare la volontà di costruire una Ecclesiologia di Comunione nelle nostre Parrocchie, di superare certi schemi ormai datati nel rapporto tra Sacerdoti e Laici, e di investire molto nella formazione e promozione del Laicato per il futuro della nostra Chiesa.

E’ necessario però che la costituzione ed il funzionamento di tali Consigli avvenga in un clima di forte evidenza delle motivazioni e dei valori, affinché non si spengano nell’insignificanza e nell’inefficienza. I Sacerdoti perciò, prima di costituire o rinnovare i Consigli Pastorali, premettano una lunga preparazione e catechesi che aiuti i Laici in questo servizio alla Comunità. Se del caso si potrà valutare l’ipotesi di rinnovare unitariamente i Consigli Pastorali in tutta la Diocesi in modo che ne risulti un atto ecclesiale adeguatamente preparato e vissuto.

Quanto detto sull’importanza ed il funzionamento dei Consigli Pastorali vale anche per il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici che, a norma di Diritto, deve essere costituito e funzionante in ogni Parrocchia. In questo anno sarà promulgato dalla Diocesi un piccolo manuale che aiuterà i Consigli per gli Affari Economici ed i Parroci nel provvedere all’aspetto amministrativo, fiscale e giuridico delle Parrocchie e delle loro attività.

Il Vescovo continuerà a convocare, all’inizio ed alla fine dell’anno pastorale, i membri di questi Consigli per aiutarli nella loro formazione e nel loro servizio.

 

3.3 Formazione dei Laici.

 

Il recente Convegno di verifica ha molto argomentato su questo tema. Rimando per le motivazioni e gli obiettivi a quanto detto nel Programma Pastorale 2002 al punto 2.5.

Richiamo, per così dire, lo schema o l’impianto delle attività formative che la Diocesi esprime ed attua nel vasto compito di formare i Laici, perché esso sia chiaro alla mente dei Sacerdoti e dei fedeli, ma soprattutto sia attuato e fruito secondo le specificità dei singoli momenti ed obiettivi.

Livello Diocesano: si propone soprattutto il compito di formare i formatori e gli operatori diocesani. Il contatto diretto con gli operatori parrocchiali rimane in forma sussidiaria per quanto le Parrocchie od i Vicariati non riescono a fare ed inoltre permane come momento di coordinamento diocesano, per incrementare il senso di appartenenza ecclesiale.

Appartengono a questo livello le Convocazioni Diocesane, l’attività della Scuola di Formazione Teologica per i Laici, la formazione di base per i collaboratori più stretti degli Uffici Pastorali, la formazione specifica degli stessi promossa dai singoli Uffici, l’attività dell’Azione Cattolica per la sua particolare connessione con la Chiesa locale.

Livello vicariale od intervicariale: si propone la formazione di base degli Operatori Pastorali e, successivamente, la loro formazione specifica per il servizio che sono chiamati a compiere nelle Comunità. Strumento utile a questo scopo sono i corsi triennali di formazione che si attuano nei diversi Vicariati della Diocesi.

Occorre che questi proseguano con una maggiore attenzione alla organizzazione, ma soprattutto ai temi scelti ed alla didattica, in modo da favorire una presenza attiva e coinvolta dei partecipanti, l’incontro ed il dialogo reciproco, la proposta di temi che abbiano mordente sulla concretezza di vita delle Comunità e dei Laici.

Confermo per la loro organizzazione ed attuazione l’Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi in collaborazione col referente del Progetto Culturale, la Caritas Diocesana e l’Ufficio Liturgico. Chiedo che l’Azione Cattolica sia coinvolta, secondo le proprie specificità e risorse, nella progettazione dei temi e nell’attuazione delle iniziative.

Al livello vicariale ed intervicariale appartengono anche le iniziative che i diversi Uffici Pastorali possono e devono attuare per una specifica formazione di alcuni Laici ai diversi settori della vita ecclesiale.

Livello parrocchiale: è quello, in definitiva, più importante e decisivo perché in esso si intercetta il vivere concreto e quotidiano della Comunità Cristiana. Appartengono a questo livello tutte le iniziative che si prefiggono di raggiungere i fedeli promuovendo la loro formazione cristiana di base. Tali iniziative vedono impegnati i formatori e gli Operatori Pastorali che sono stati preparati a livello diocesano o vicariale. E’ il concreto e capillare servizio di formazione ed animazione che generosamente si svolge perché il Popolo del Signore possa camminare in fedeltà al Vangelo dentro questo nostro tempo.

 

3.4 La Caritas e la Pastorale Sociale e del Lavoro.

 

Agli obiettivi già segnalati nel Programma Pastorale aggiungo, per la Caritas, una pressante insistenza a continuare sul primato della formazione che opportunamente si integra e si compie nei percorsi di carità.

Chiedo di compiere alcuni passi avanti per vedere cosa sia possibile fare per una migliore formazione e motivazione del volontariato presente in Associazioni di ispirazione Cristiana o di quello cristianamente motivato presente in Associazioni laiche.

Chiedo se sia possibile costituire un punto di osservazione in ogni Parrocchia (o almeno in ogni Vicariato) costituito da una o più persone che colleghi l’Osservatorio delle povertà e delle risorse con la realtà ed i problemi locali.

Chiedo che si elaborino linee, il più possibile unitarie, per i criteri ed i comportamenti da seguire nelle varie Case di Accoglienza presenti in Diocesi. A questo proposito occorre avviare una riflessione ed un dialogo tra i soggetti interessati per giungere ad incrementare ed evidenziare la diocesanità di strutture ed iniziative che lodevolmente operano nella nostra Chiesa.

Per quanto riguarda la Pastorale Sociale e del Lavoro richiamo gli obiettivi dati nel Programma Pastorale. Osservo che il tema seguito nel corrente triennio pastorale (2002-2005): “Laici in Missione” trova un eccezionale ed imprescindibile campo di riflessione e progettazione, proprio nell’ambito del lavoro e della vita sociale, cui non può fare da riscontro il silenzio e l’assenza della Diocesi. Occorre positivamente ed urgentemente ridestare questa attenzione sotto la guida e con l’aiuto del competente Ufficio Pastorale che ha certamente sensibilità e competenza da impegnare in questo campo.

 

3.5 Catechesi.

 

La nostra Diocesi punta decisamente su una proposta di Catechesi, quella “Catecumenale”, che privilegi la crescita di fede della persona, il suo armonizzarsi con la vita, il coinvolgimento essenziale della Comunità e della famiglia. È un obiettivo “alto” ma vitale per il futuro della Diocesi. Occorre continuare a lavorare molto per creare un’adeguata mentalità nei Sacerdoti che divenga poi condivisione nel Popolo di Dio. È una strada più faticosa, più lunga, almeno apparentemente più incerta, di quella che siamo abituati a percorrere, di natura sua aperta alla ricerca ed alla saggia sperimentazione pastorale.

Chiedo intanto all’Ufficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi di attrezzarsi adeguatamente per questo nuovo servizio con disponibilità e competenza di persone, con adeguatezza di strumenti.

Chiedo che si provveda a creare una “rete” stabile tra i Catechisti della Diocesi in modo che si sentano espressione viva di una Chiesa che li chiama, li accompagna, li forma, li invia e li ascolta.

Chiedo anche che molto si investa sulla formazione dei formatori: essendo impossibile raggiungere e formare individualmente i Catechisti con una “scuola” diocesana, occorrerà che la formazione individuale sia fatta a livello vicariale o intervicariale con l’offerta di “percorsi formativi” validi e aderenti alla vita delle Parrocchie. Ma questo potrà essere fatto solo con la collaborazione di un certo numero di persone adeguatamente formate dalla Diocesi, coinvolgendo in questo la Scuola di Formazione Teologica per i Laici.

All’Ufficio Catechistico chiedo anche un’attenzione privilegiata al Clero in modo da aiutarlo ad entrare progressivamente e convintamente dentro quel tipo nuovo di mentalità che la ”Catechesi Catecumenale” richiede ed attende.

 

3.6 Liturgia.

 

Il Convegno di verifica ha detto poche cose su questo tema, importanti certo, ma generali. Rimando perciò agli obiettivi già indicati nel Programma Pastorale. Suggerimenti e indicazioni qualificanti per la formazione dei Ministri, degli Animatori Liturgici, per la stessa efficacia della Celebrazione, sarà possibile attenderci quando l’Ufficio Pastorale interessato giungerà ad un’attività organica di proposte, di coordinamento, di orientamento.

Molto la nostra Chiesa ha da camminare sotto questa specifica e vitale dimensione.

 

Per altri aspetti della nostra vita pastorale (pastorale familiare, giovanile, scolastica, diaconato permanente, servizio culturale, impegno sociale e politico…) rimando e richiamo quanto già segnato nel Programma Pastorale del 6 Agosto 2002, sottolineando come alcuni obiettivi lì proposti, a distanza di un anno non sono ancora decollati.

È un richiamo fraterno e sereno a non stancarci su questa strada di comune servizio alla Chiesa ed alle persone: cerchiamo di essere, gli uni per gli altri, una risorsa, un dono, un motivo di coraggio e di forza.

 

Prima di chiudere questa lettera desidero brevemente dare due annunci che, seppure in modo diverso, riguardano significativamente la vita della nostra Diocesi e delle nostre Parrocchie.

 

La Riforma della Curia: dopo il tempo dell’ascolto e del confronto e dopo una lunga riflessione, promulgherò nei prossimi mesi la riforma della Curia Diocesana. L’intento che mi ha guidato è quello del raccordo tra i diversi Uffici Pastorali in alcune aree unitarie che fanno riferimento alle fondamentali dimensioni della vita ecclesiale e la preoccupazione di avere una Curia semplice, snella, capace di servizio e di aiuto valido alla vita dei Parroci e delle Parrocchie.

Molto di questo dipende dalle persone…. ma per qualcosa incide anche la struttura. Vediamo di fare realisticamente il possibile sull’uno e sull’altro versante.

 

La Visita Pastorale: dopo tre anni di presenza in Diocesi mi pare sia giunto il momento per iniziare, in maniera non improvvisata né sprovveduta, quel gesto essenziale del Ministero Episcopale che è la Visita Pastorale. La inizierò dopo il Natale. Desidero coinvolgere nella sua preparazione il Consiglio Presbiterale, il Consiglio Pastorale ed i Direttori degli Uffici di Curia.

Costituirò una “Commissione per la Visita Pastorale” che possa prepararla, accompagnarla, e concluderla efficacemente per la nostra Diocesi.

La Visita vuole essere soprattutto un servizio alla nostra Chiesa, sulla strada della Comunione e della Missione.

Affronterò, nel contesto della visita, anche quegli aspetti organizzativi ed adempitivi che riguardano il buon funzionamento di una Parrocchia,  nel contesto della Zona Vicariale e della Diocesi.

 

Alcune ricorrenze: in questo anno pastorale la vita della nostra Chiesa sarà impreziosita da due ricorrenze che meritano attenzione e considerazione da parte di tutti:

Il XVII centenario del martirio  delle Sante Vergini Attinia e Greciniana. Il tema della verginità e del martirio chiama con forza la nostra Chiesa Volterrana alla radicalità della sequela di Gesù, mostrando nella vita quella “alterità” rispetto al mondo che ci rende “sale della terra e luce del mondo”. Mi pare inoltre una grazia singolare che la nostra Chiesa possa incontrare il volto e la vita di queste due persone, donne e laiche, proprio nella stagione in cui stiamo facendo un qualificante investimento sulla formazione e sulla potenzialità missionaria del laicato.

Chiedo a tutti, singoli e Parrocchie, di rendersi presenti alle iniziative che accompagneranno questa ricorrenza, liberandoci dalla fin troppo facile tentazione di porre tutto questo sotto il segno del devozionalismo o dell’insignificanza per il nostro tempo.

Il III centenario della costituzione del Seminario Diocesano. E’ una ricorrenza che tocca più da vicino i Sacerdoti, per il loro tracciato di vita e di formazione: essi soprattutto saranno perciò chiamati a questa “memoria”. Ma il Seminario è un dono di Dio per l’intera nostra Chiesa, per la sua vita e vitalità. Spero perciò che non mancherà l’attenzione delle Comunità Cristiane verso questo “segno” del passaggio del Signore dentro il cammino della nostra Chiesa, con quella forza di appello e di proposta che esso esprime ancora oggi, nel nostro tempo.

 

 

 

CONCLUSIONE

 

Come già detto, quello che vi consegno non è un nuovo Programma Pastorale, ma una lettera di rivisitazione e di verifica di quello che vi ho consegnato nel 2002 e che ci accompagnerà fino al 2005.

Ho cercato di raccogliere e valorizzare osservazioni e suggerimenti avanzati nel corso del Convegno di verifica del 2 Giugno 2003.

Affido queste righe alla mente, al cuore ed alle mani di voi, Sacerdoti e Laici di questa Chiesa Volterrana, esigente e bella.

Non vi chiedo lo scatto o l’impennata del cavallo, ma il passo paziente e costante (anche un po’ cocciuto….) dell’asinello che, pur essendo grigio e per niente vistoso, resiste, porta pesi e va lontano.

 

Che il Signore tutti ci benedica.

 

 

 

+ Mansueto Bianchi vescovo

 

Volterra, 6 Agosto 2003

Festa della Trasfigurazione del Signore

Volterra
06-08-2003