Inaugurazione della Visita Pastorale 2004

26-09-2004
SOLENNITA’ DI SAN LINO PAPA E MARTIRE
Inaugurazione della Visita Pastorale
Cattedrale, 26 Settembre 2004

 

Sorelle e fratelli miei,

ci raccoglie in questo giorno la Festa liturgica di S.Lino, Volterrano, successore di Pietro nell’episcopato romano, che ha sillabato nel sangue la professione della propria fede.

La sua memoria, mai inaridita in questa Chiesa Volterrana, ci prende oggi per mano e ci conduce, come discepoli, all’incontro ed all’ascolto del Vangelo.

Abbiamo così, nella Parola di Dio proclamata e nel martirio, l’unico evento dell’Evangelo scritto sulla pagina e nella vita: scritto sulla pagina per essere definitivamente inciso a solcare la vita.

Ci raccogliamo stasera, da ogni latitudine della nostra Diocesi, per entrare insieme in una stagione di Chiesa importante e nuova: si tratta del nuovo anno pastorale e della inaugurazione della Visita Pastorale alla Diocesi, la prima nel mio servizio episcopale.

Ed io, qui con voi e davanti a voi, in questa Chiesa dove si alza la cattedra episcopale, mi chiedo cosa significhi compiere oggi la Visita Pastorale, in un tempo come il nostro, nella situazione che come Diocesi stiamo vivendo.

Il Vangelo che abbiamo ascoltato e la memoria storica del pontefice e martire Lino, ci riconducono ad una Chiesa “sotto la tenda”, ad una Chiesa “mobile” sulla strada della storia e nella vicenda della vita: “li inviò a due a due in ogni città e luogo”.

Io credo che compiere oggi la Visita Pastorale nella nostra Chiesa di Volterra, voglia dire parlare al cuore dei Cristiani, parlare al cuore delle Comunità per aiutarle a capirsi, a progettarsi, a pensarsi come “carovana di Dio”.

Abbiamo alle spalle la stagione della stabilità: siamo figli di quella stagione. Sacerdoti e laici siamo abituati a pensare la Chiesa, la Parrocchia, come ad una realtà solida, stabile, autosufficiente, da sempre impiantata sul territorio, quasi amalgamata ad esso, attrezzata per rispondere alle richieste religiose dei credenti ed all’ostilità od alla polemica dei non credenti.

Oggi questa geografia forte e solida della Parrocchia si sta sbriciolando, oggi ci ritroviamo cittadini di un mondo meno geometrico e definito, dove dobbiamo giustificare il perché della nostra presenza ed il valore della nostra proposta, dobbiamo farci ricercatori appassionati e pazienti di ogni persona e di ogni vicenda, dobbiamo dimenticare la logica del numero e del rapporto di forza, dobbiamo soprattutto ridestare e far volare in ogni cuore, in ogni vita, la domanda sorgiva, l’anelito di Dio.

Ecco lo scopo, la sfida di questa Visita Pastorale alla Diocesi di Volterra: passare dalla Teologia e dalla pastorale di una Chiesa “stanziale” alla mentalità ed allo stile di una Chiesa “mobile”, sotto la tenda, alla “carovana di Dio”, alla Chiesa sul trepido cammino della Missione: “li inviò a due a due in ogni città e luogo”.

La fatica e la pena che attraversa il cuore di noi Sacerdoti e di voi laici, l’impaccio ed il disagio che frequentemente le nostre Parrocchie vivono è proprio legato a questo esodo, a questo passaggio da una Chiesa “stanziale” ad una Chiesa “carovana di Dio”, una Chiesa missionaria. Tanta della nostra crisi, tanta della nostra fatica è data da quella borsa, da quella bisaccia, da quei sandali che non vogliamo mollare: “non portate borsa né bisaccia né sandali e non salutate nessuno lungo la strada”.

Diventare una Chiesa missionaria significa diventare una Chiesa più leggera. Leggera non nel senso di inconsistente, fatua, alla rincorsa del successo e del consenso. Leggera nel senso di consegnata all’essenziale, radicata sulla roccia che ci genera e ci porta, tutta spesa su quanto per noi è vitale ed imperdibile.

Ma cosa è essenziale e vitale per una Chiesa leggera, per una Chiesa nel cammino della Missione?

Due cose, io credo, ci devono ardere in cuore: la passione per Gesù Cristo, per il Vangelo e la passione per l’uomo, per la vita. Queste due passioni sono insieme la nostra consistenza e la nostra leggerezza, il nostro radicamento sulla roccia e la nostra mobilità per la strada della Missione.

E’ la passione per Cristo e la passione per l’uomo che può fare di una Parrocchia una presenza di Missione.

E’ questa passione che può liberarci dalle cappe di pietra dell’abitudine, della ripetitività, della tradizione divenuta ragione a se stessa, per spingerci verso nuove fedeltà ed attenzioni.

E’ questa passione per Gesù Cristo e per la gente che può aiutarci a non soffrire invano in un tempo difficile come questo, può aiutarci a trasformare il sospiro del rimpianto o l’affanno dell’inadeguatezza nel respiro della speranza.

Se dobbiamo penare, se dobbiamo faticare, che almeno sia per generare un futuro, non per morire in un passato!

Allora cosa verrà a fare il Vescovo in Visita Pastorale? Cosa verrà a fare nelle nostre Parrocchie? Verrà a soffiare sulle braci di ciò che siamo, di ciò che facciamo, per accendere il fuoco di quelle due passioni, per il Vangelo e per la gente, per accendere il fuoco del futuro e della Missione. Verrà a dare colpi di maglio sulla crosta della decrepitezza e della rassegnazione per liberare la giovinezza, il passo agile lieto della Missione che è la danza dello Spirito in questo incamminarsi del terzo millennio.

Il Vescovo verrà nelle Parrocchie non come presenza di afflizione o di controllo, verrà per dare conforto, coraggio, fiducia. Verrà per aiutare la Comunità Cristiana a compaginarsi in una Comunione più profonda e decisiva attorno alla Parola del Signore ed all’Eucarestia. Verrà per richiamare e concretamente edificare il primato della formazione e della costruzione dell’identità cristiana, segnatamente attraverso una catechesi catecumenale, una attenzione nuova e decisiva data al processo della iniziazione cristiana in ordine all’armonica formazione della persona credente. Verrà per richiamare l’urgenza improrogabile di investire sul laicato non come fedeli esecutori od occasionali collaboratori dei Presbiteri, ma come corresponsabili, secondo il loro proprio, dell’intera vicenda ecclesiale. Il Vescovo verrà per rinsaldare vincoli di fraternità, di stima e di fiducia con i Sacerdoti; per dire loro l’affetto e la gratitudine della Chiesa intera in quanto portano per primi, lungamente e coraggiosamente, il peso di un tempo difficile. Il Vescovo verrà per indicare alle Parrocchie lo stile della carità, della presenza, dell’assunzione di responsabilità sul territorio, come gesto forte di evangelizzazione.

Ecco per cosa verrà il Vescovo nella Visita Pastorale; per dire alle Parrocchie, ad ogni Parrocchia: tu sei il segno e la presenza del Regno di Dio dentro la vita della gente; tu sei un evento di misericordia e di agape nel tuo interno e nel rapporto col mondo; tu Parrocchia, con la tua faticata Comunione e Missione sei, oggi, il cuore e la mano di Dio tesa all’incontro con ogni persona; tu sei il Vangelo raccontato al cuore della città, portato e vissuto dentro il groviglio della vita: “entrate in ogni città, curate i malati che vi si trovano e dite a tutti: è giunto per voi il Regno di Dio”!

Ecco, sorelle e fratelli, raggiunti dalla potenza della Parola di Dio, scritta con l’inchiostro sulla pagina e col sangue nella vita di S.Lino, inoltriamoci serenamente e coraggiosamente in questo nuovo anno pastorale, in questa prima Visita Pastorale come “carovana di Dio”, come Chiesa “della tenda” e della Missione, ben sapendo ormai con Chi e verso Chi camminiamo:

“Colui che siede sul trono

stenderà la sua tenda sopra di loro…

e l’Agnello sarà il loro pastore

e li guiderà alle sorgenti dell’acqua e della vita” (Apoc. 7, 17).