24-12-2021
2021.12.24, 23:30, venerdì, VOLTERRA BASILICA CATTEDRALE
MESSA DELLA NOTTE DI NATALE
Quanto questa povertà più m’innamora
Is 9,1-6: Ci è stato dato un figlio.
Sl 95: Oggi è nato per noi il Salvatore.
Tt 2,11-14: È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Lc 2,1-14: Oggi è nato per voi il Salvatore.
- Siamo arrivati a celebrare il Natale, anche quest’anno purtroppo in un clima di incertezza, tra allarmismi pesanti e tentativi di negare la gravità del momento. Dovremo ancora per un po’ di tempo fare i conti con la precarietà sanitaria, a cui si aggiunge anche la precarietà economica. Da buoni cristiani però dovremmo fare uno sforzo per sollevarci al di sopra degli umani condizionamenti, dal momento che solo la fede ci dà una speranza diversa.
- Ci è stato proclamato che «È apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini» (Tt 2,11). Questa grazia di Dio che è apparsa è l’entrata di Dio nella storia attraverso l’incarnazione del suo Figlio, il quale non ha fatto una gita di piacere sulla terra, ma «ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone» (Tt 2,14). Quindi la manifestazione della grazia divina ha costituito un popolo puro pieno di opere buone. La comunità così costituita si manifesta attraverso le opere buone, le quali non sono solo la credibilità di un cristianesimo pratico, ma il segno di retta fede. Una comunità di persone diventa riconoscibile come comunità cristiana se fonda e giustifica con la fede la propria vita modellata secondo le virtù.
- La manifestazione della grazia di Dio ci ha costituito come popolo, e la celebrazione annuale di questa manifestazione ci ricorda la nostra appartenenza e la grande missione di cui siamo investiti. Il Signore Gesù ci prende in mezzo al popolo e ci invia al popolo, a tal punto che la nostra identità non si comprende senza questa appartenenza. La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo, perché Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più vicino al popolo da Lui amato.
- Quando sostiamo davanti al Bambino del presepio, riconosciamo tutto il suo amore che ci dà dignità e ci sostiene, però, in quello stesso momento, se non siamo ciechi, incominciamo a percepire che quello sguardo di Gesù si allarga e si rivolge pieno di affetto e di ardore verso tutto il suo popolo. Così lo sguardo rivolto verso Gesù in linea verticale si allarga in linea orizzontale verso i fratelli. Diventiamo evangelizzatori autentici quando riscopriamo il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente, fino al punto di trovare nel contato umano una fonte di una gioia superiore.
- L’inno popolare di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Tu scendi dalle stelle, che tante volte fin da bambini abbiamo cantato, a un certo punto dice: «Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora». La presenza del Figlio di Dio nella semplicità della nostra natura umana ci avvolge tanto da essere innamorati non solo della persona amata, ma anche di avere i suoi stessi sentimenti, dal momento che «Amor, ch’a nullo amato amar perdona» (Inf. V,103). L’amore non risparmia ad alcuno amato di ricambiare la persona amata immedesimandosi negli stessi sentimenti di amore.
- Ecco allora che non basta sentirsi buoni perché è Natale, e magari fare qualche regalo a familiari e amici, o qualche beneficenza verso istituti caritativi. Gesù ha dato se stesso per formarsi un popolo che gli appartenga, e la sua donazione contagia anche noi al punto che ci mettiamo sul suo esempio a servizio di questo stesso popolo di cui siamo partecipi e del quale portiamo gloria, onore, oneri e fragilità.
- Il mio augurio allora è che nel contemplare la manifestazione della grazia di Dio possiamo essere conquistati dallo stesso amore. Non perdiamoci nelle sciocchezze di chi vuole cancellare la parola Natale dal vocabolario pensando di risolvere così una questione molto più grande della sua intelligenza, e neppure abbassiamoci alla leggerezza di chi fa consistere il Natale in uno sdolcinato addobbo esteriore. Alziamo lo sguardo verso le realtà celesti e sentiamoci conquistati da Chi per noi si è manifestato come Amore.